Nel mese di luglio ho avuto a disposizione il primo teleobiettivo a focale fissa presentato per il sistema Sony E: il Sony FE 400 mm F2,8 GM OSS. Quello che segue non vuole essere un test approfondito o troppo improntato ai tecnicismi ma bensì un insieme di impressioni avute durante l'utilizzo di questo teleobiettivo sul campo.
Nei mesi estivi sulle Alpi molti soggetti tendono a rifugiarsi a quote maggiori in cerca di refrigerio, se a questo aggiungiamo che le ore favorevoli per scattare belle immagini sono limitate ai soli frangenti di tempo che accompagnano alba e tramonto, possiamo facilmente capire come fotograficamente parlando il periodo estivo non sia tra i più facili.
C'è tuttavia un ambiente che per un breve lasso di tempo presenta uno spettacolo unico, mi riferisco alle praterie alpine ed in particolare alle fioriture che nella prima metà del mese di luglio le ricoprono dando vita ad uno degli ecosistemi più colorati del panorama alpestre.
Questo habitat è popolato da un tipico rappresentante della fauna montana: la marmotta alpina. Questo caratteristico roditore ha da qualche mese ha abbandonato l'oscurità della propria tana terminando il periodo letargico e riprendendo ad animare le valli con la sua presenza e soprattutto con i suoi tipici fischi.
Perciò quale miglior soggetto della marmotta per poter saggiare le prestazioni del Sony FE 400 mm F2,8 GM OSS (d'ora in avanti SEL400F28GM).
Il SEL400F28GM è stato presentato nel 2018 e sin dal primo giorno c'è stato un parametro che ha decisamente fatto scalpore: il peso di soli 2,895 g! Quando uscì era nettamente il 400mm f/2.8 più leggero che si fosse mai visto! Questo risultato eccezionale è stato ottenuto mediante un largo utilizzo di componentistica in lega di magnesio che ha interessato anche molti elementi interni.
Oltre alla leggerezza, una volta preso in mano, la prima cosa che ho notato è stato il notevole bilanciamento. Il merito va ricercato nella distribuzione degli elementi ottici, ora spostati maggiormente nella zona di innesto dell'obiettivo rispetto a progetti simili già preesistenti.
All'atto pratico queste attenzioni alla maneggevolezza hanno fatto sì che durante tutte le mie uscite con questa ottica, lasciassi a casa senza rimorsi il treppiede e mi godessi davvero a cuor leggero (e anche a zaino), le uscite in cui ho scattato queste immagini.
Tra le caratteristiche che possono rendere unico un teleobiettivo come il 400mm f/2.8 ovviamente non si può non citare il suo fisiologico sfocato, che in questo abbinamento di focale e diaframma può restituire risultati davvero incredibili.
La grande apertura di f/2.8 insieme al suo complesso design ottico consentono di isolare i soggetti con una profondità di campo molto ridotta, rendendo magnificamente le zone fuori fuoco e mantenendo la massima nitidezza sul soggetto.
Per questi motivi ho deciso che in questo test avrei utilizzato il diaframma sempre alla massima apertura di f/2.8.
La differenza maggiore rispetto ad un teleobiettivo con un'apertura di diaframma minore la si vede soprattutto in scatti con soggetti a maggiore distanza, dove il SEL400F28GM riesce a mantenere un isolamento del soggetto ed una resa dei piani fuori fuoco incredibile.
Il SEL400F28GM è stato il primo teleobiettivo di casa Sony dotato di due motori lineari XD, sviluppati per fornire maggiore spinta ed efficienza rispetto a tipologie convenzionali con prestazioni di tracking dichiarate addirittura 5 volte superiori.
Ho scattato tutte queste immagini abbiando il SEL400F28GM alla Sony α9 e sfruttandola principalmente in modalità Animal Eye AF e in AF-C con Spot Flessibile S. I risultati in termini di foto nitide sono stati notevoli, restituendomi praticamente la totalità degli scatti perfettamente a fuoco, un vantaggio davvero non indifferente quando ci si trova a dover selezionare la foto migliore in raffiche da molteplici scatti.
In conclusione il 400mm non ha deluso le aspettative sul piano della nitidezza e della qualità dello sfocato, ha sfoggiato una efficienza del reparto autofocus da primo della classe e mi ha senza dubbio stupito sul fronte della incredibile maneggevolezza. Per non apparire troppo di parte ho cercato almeno un difetto da poter evidenziare (garantisco che mi sono impegnato per trovarlo), ma in un prodotto come questo ai vertici della tecnologia odierna e conseguentemente proposto con prezzo di listino senza dubbio importante, non è certo semplice trovare errori di progetto. Sforzandomi al massimo posso dire che quando raggiungevo le praterie alpine alle 5:00 del mattino non mi sarebbe dispiaciuto che tra i molteplici bottoni e selettori c'è ne fosse stato uno dedicato alla funzione caffè, chissà magari in futuro :) .